L’albero solitario

Era ed è la meta.

Forse tra le più ambite di tutti quelli che qui hanno vissuto.

Lui solo per anni, in cima alla collina.

Intorno solo ammirazione.

Ha fatto da balia alle decine di piccoli arbusti che nel tempo si sono fatti grandi e piano piano lo hanno abbracciato e coccolato ma senza mai essere invadenti.

L’albero solitario è stato per anni il padrone della collina, quella davanti a CàMia.

A lui è dedicato il cammino, quello che ti porta fuori dal tempo avendo la natura come compagna inseparabile di viaggio.

Passo dopo passo si entra in una dimensione diversa.

Non c’è asfalto, non ci sono macchine; qualche trattore ma poi solo natura con tutto ciò che questa si porta dietro: prima campi di erba, poi vigneti, poi bosco, poi Lavaggio, una frazione dove spesso i vecchi della Colombara andavano per trascorrere alcune ore in compagnia dei loro amici.

Lo si costeggia per poi perdersi ancora nei campi e nelle vigne.

Un uliveto prepara all’ultimo tratto, quello che porta al bosco dell’albero solitario.

Fino in cima, fino a quel vecchio tronco che si tiene sempre un po’ staccato da chi vorrebbe prenderne il posto e l’importanza.

Non puoi non riconoscerlo.

E in quel momento, se ti giri e guardi davanti capisci perché ha voluto stare, per anni, solitario.

Un panorama fantastico; riconoscibilissima Casa Ghia con CàMia e Cà Grande, la Colombara dei Ghia, Trebbio, Nebbiolo, Sant’Antonino con la sua chiesa.

I campi nei dintorni come mai li hai visti.

Vale la pena di sedersi un attimo e riposarsi un poco prima di cominciare la discesa e il ritorno che sarà bello come l’andata perché CàMia aspetta.